
Il 25% Degli Italiani Alle Prese Con Malattie Della Pelle
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Il Nuovo volto della Dermatologia 4.0 promosso dall’Università di Napoli Federico, lo scorso fine settimana è stato presieduto dalla Professoressa Gabriella Fabbrocini, direttore dell’UOC di Dermatologia
Clinica dell’Università Federico II di Napoli, e dai vicepresidenti Prof. Massimiliano Scalvenzi e il Prof. Cataldo Patruno.
All’evento hanno partecipato oltre 70 relatori nazionali e ospiti di fama internazionale, che hanno discusso su malattie infiammatorie croniche cutanee come dermatite atopica, psoriasi, idrosadenite, tumori cutanei tra cui melanoma, carcinoma basocellulare e spinocellulare.
«Le malattie della pelle sono più comuni di quanto si possa credere e sono in continuo aumento. Molte hanno un basso indice di gravità ma, per la loro visibilità e i sintomi associati, hanno spesso conseguenze rilevanti nella qualità della vita affettiva, sociale e lavorativa di chi ne soffre. Esistono anche forme gravemente invalidanti e in alcuni casi potenzialmente mortali, come alcuni tumori della pelle, che se diagnosticati e trattati in fase precoce sono del tutto guaribili» ha spiegato la professoressa Fabbrocini.
Parlando di malattie infiammatorie croniche della cute quali psoriasi e dermatite atopica la professoressa Fabbrocini ha tenuto a precisare: «Il nostro obiettivo è la remissione clinica, cioè la scomparsa delle manifestazioni e la riduzione dei sintomi. Oggi fortunatamente si hanno molti più strumenti, soprattutto se si effettua una diagnosi precoce, come per esempio quelli biotecnologici e in generale le nuove terapie biologiche, che agiscono in maniera mirata sui processi infiammatori che sostengono queste patologie. Spesso per queste patologie, che in molti casi hanno un impatto concreto nella vita quotidiana non solo dei pazienti ma anche dei loro famigliari, è il riconoscimento precoce a fare la differenza. Le terapie precoci possono bloccarne la progressione e gli effetti secondari».
Altro capitolo è quello riguardante le malattie della pelle di tipo tumorale che comportano un rischio di morte come melanomi, sarcomi e carcinomi.
Queste forme tumorali rappresentano in assoluto le più frequenti forme di cancro nell’uomo ed hanno insieme un’incidenza più elevata rispetto al carcinoma della mammella, della prostata e del colon-retto.
I recenti studi epidemiologici confermano che l’incidenza dei tumori cutanei continua ad aumentare significativamente in tutti i Paesi del mondo, inclusa l’Italia.
«Ridurre i fattori di rischio e sottoporsi con regolarità ad uno screening completo dei nevi possono veramente fare la differenza e salvarci la vita- ha spiegato la professoressa Fabbrocini che ha
concluso- Le strumentazioni in grado di fornire una qualità di immagini necessaria alla diagnosi precoce sono pochissime ed è importante sapere che la qualità dell’immagine della lesione pigmentata può spesso garantire un piccolo segnale in più per ridurre i rischi. Per questo è importante che la mappatura dei nevi venga fatta con una strumentazione adeguata ed avanzata».
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